Maja

Il mondo di Maja

Sono passati 14 anni da quel 5 maggio in cui un terremoto mi ha trovato impreparato, senza riparo, impotente. In seguito, una sfera protettiva mi ha permesso di continuare a percepire la realtà senza doverci entrare in contatto diretto; quella barriera mi ha salvato perché senza, tutto sarebbe stato insopportabile.
Con il tempo la sfera si è dissolta, mentre la mia vita ha preso direzioni inaspettate e meravigliose.
All’inizio è stata la voglia di fissare il ricordo di un’amicizia a farmi immaginare i personaggi di Maja e di Dafne. Volevo scrivere un libro, ma la mia disattenzione, la mia scarsa predisposizione a memorizzare regole sintattiche e grammaticali e la mia acclarata negligenza verso progetti e pianificazioni, mi hanno più volte ricordato di non essere all’altezza di un compito così importante.
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Trailer del mondo di Maja

Ancora non conosci la meravigliosa storia di Maja? Nel video un’anticipazione di quello che troverai in questo fantastico universo.


Fuochi, artifici e altri esplosivi

È la solita vecchia storia che si ripete. Nel mondo al contrario la festa di un popolo è il lutto di un altro.
Mentre Maja e Dafne camminano tra le macerie lasciate dalla guerra, il rumore degli esplosivi echeggia in lontananza; si avverte, inoltre, un nauseabondo odore di plastica bruciata che si intensifica dopo ogni passo.

L’illusione

“L’è finita la guèra. L’è finita la guèra! Còrrete a festeggià. Stan giochèn coi fuochi d’artifizzio!”

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Disperse nella duna Feniglia

Il caldo asfissiante suggerisce a Maja e Dafne di addentrarsi in una fitta pineta. Ma le due amiche finiscono per smarrirsi nella boscaglia, disorientate da un dedalo di tortuosi sentieri; dopo ore di cammino non sanno più come tornare indietro anche perché attorno a loro non c’è anima viva a cui chiedere aiuto.
Superano per inerzia l’ennesimo bivio e giungono in uno slargo dove la vegetazione è insolitamente più diradata. Là, un grido le scuote:

“Dovete sbrigarvi! Non c’è più tempo.”

Maja e Dafne volgono lo sguardo in direzione di quell’ammonimento e, tra l’oscurità, scorgono la Gorgone Medusa, imprigionata in una pietra, che continua a parlare:

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