
I segni del passato sono presenti nelle cose abbandonate, tra cui le fabbriche in disuso.
Nel Multiverso della incantevole Val d’Orcia il tempo non è ancora riuscito a cancellare i resti di un luogo che fu lavoro, industria, vita, ma anche lotta e sofferenza. Macerie di mattoni, ferro arrugginito, vetri infranti raccontano il lavoro del vento, della pioggia, forse ancora dell’uomo. Morana guarda e sorride perché crede che tra un formicaio e una città non ci sia differenza. Intanto, le nubi si ingrossano e spaventano gli esili cespugli nati tra la terra e il cemento.

