Per giungere al luogo deputato all’appuntamento Maja e Dafne attraversano il malinconico e suggestivo Parco della Rimembranza. Qui ulivi e ippocastani incolti proiettano sui sentieri dissestati sinistre e inquietanti ombre. È uno dei tanti parchi di Roma ma, a differenza dei molti altri giardini della città, assomiglia di più a una caverna che a uno spazio aperto e solare.
La persona con cui hanno appuntamento si chiama Mauro Staccioli ed è una specie di mago scultore; appena le vede arrivare, affaticate per l’erta salita, corre loro incontro con una foga che non si addice alla sua età avanzata.
Purtroppo, non può abbracciarle a causa di uno strano virus che sta infettando gli universi grazie al suo alto grado di contagiosità.
“Dobbiamo agire subito, ragazze. Non c’è più tempo! Siamo le ultime gocce dentro la damigiana” dice loro lo scultore con tono preoccupato.
“Siamo giunti a quel punto in cui tutto può andare bene, ovvero tutto può precipitare definitivamente!
Solo attraverso l'”arte-intervento” potremmo riuscire a mondare il Pianeta!”.
Le parole mondare e “arte-intervento” lasciano perplesse (o meglio basite che in questo caso ci appar più appropriato) Maja e Dafne che non ne conoscono il significato, tuttavia preoccupate per gli oscuri presagi prefigurati dallo ieratico Mauro, decidono di aiutarlo a “mondare” il Pianeta con l'”arte-intervento” seppur totalmente ignare di quel che avrebbero dovuto affrontare.
“Che cosa dobbiamo fare?” Dicono all’unisono le due ragazze.
“Dobbiamo costruire un’enorme ruota di legno e farla girare ovunque; solo così saremo in grado di riconsegnare l’armonia alla Terra e riusciremo a far capire agli esseri umani che il senso della loro vita non è dominare, trasformare e, nei peggiori dei casi, distruggere il Pianeta, ma essere un tutt’uno con ogni elemento che lo compone.
Allora potremo ridare la speranza alla nostra imbarcazione e potremo farla virare evitando inabissarci nei fondali più profondi dell’oceano.








