Posted in: Letteratura, Passato, Tempo

Charles Dickens – Oliver Twist – Capitolo XLV

Senza un momento di considerazione, senza rivolgere la testa a dritta od a sinistra, o alzare gli occhi al cielo od abbassargli a terra, ma guardandosi innanzi con orrida risolutezza, coi denti sì stretti che pareva le mandibole volessero rompere la pelle, l’assassino se ne andò sempre di fretta, senza mormorare un accento, né rilassare un muscolo sinché non giunse a casa. Aprì dolcemente la porta, ascese le scale, entrò nella sua stanza, la chiuse a doppio, e messavi di traverso una grossa tavola, alzò le cortine del letto. La ragazza vi stava sopra vestita. Egli l’aveva destata, perciò alzossi in fretta e con l’occhio tuttavia sonnacchioso. «Alzati, — disse colui. «Siete voi, Guglielmo! — rispose la ragazza con espressione di piacere pel di lui ritorno. «Sì. Alzati». Ardeva una candela, ma il manigoldo la tolse dal candelliere, e la gettò subito fuori della gelosia. Vedendo la debole luce del dì che incominciava, la ragazza corse per aprire la cortina. 471 «Lasciala stare, — disse il Sikes mettendole una mano innanzi. — Vi è lume abbastanza per ciò che debbo fare». L’assassino guardolla per pochi secondi con dilatate sopracciglia e tardo respiro, indi prendendola alla testa ed alla gola, la trascinò nel mezzo della stanza, e guardando ancora verso la porta, pose l’altra mano sulla di lei bocca. «Guglielmo, Guglielmo, — disse la ragazza con voce soffocata, e lottando con tutta la forza di un terrore mortale, — io… io non voglio gridare… no… ascoltatemi… parlatemi… ditemi che cosa ho fatto. «Tu lo sai, infame! — rispose l’assassino appena respirando. — Fosti spiata in questa notte; ogni parola che dicesti fu udita. «Dunque risparmiatemi la vita, per amore del cielo, come io risparmiai la vostra, — aggiunse la ragazza avviticchiandosegli. — Guglielmo, mio caro Guglielmo, tu non avrai cuore d’uccidermi. Oh pensa a quello che ho fatto in questa istessa notte per te. Avrai tempo da riflettere e preservarti da tale delitto; non voglio lasciarti, non puoi rispingermi. Guglielmo, Guglielmo, per amore di Dio, medita prima di spargere il mio sangue. Ti sono stata fedele, per la colpevole anima mia, ti sono stata fedele».
Colui faceva a tutta forza per iscioglierle le braccia, ma erangli strette intorno, e benchè risoluto a straziarle, pure nol poteva. «Guglielmo, — gridò la ragazza cercando di poggiare la testa sul di lui petto, — quel signore e quella ottima giovinetta in questa notte mi parlarono di una casa in qualche straniera contrada ove potrei terminare i miei giorni in solitudine e pace. Lascia che gli rivegga, ed a ginocchio gli preghi di avere la istessa pietà per te, ed abbandoniamo entrambi questo luogo spaventevole, e lungi conduciamo vita migliore, e dimentichiamo la passata con impetrarne perdono dal cielo, né riveggiamo più alcuno dei nostri. Il pentimento non è mai troppo tardo. Così essi mi dissero — ed ora anche il sento — ma avremo… poco, poco tempo!» L’assassino si sciolse un braccio, ed abbrancò una pistola. La certezza di un’immediata prigionia se avesse sparato gli venne subito nel pensiero, anche nel bollore dell’ira, e ne pestò la impugnatura con quanta forza potette raccogliere due volte su quel viso che quasi toccava il suo. Essa barcollò e cadde, semi-cieca pel sangue che pioveva dirotto da una larga ferita della fronte, — pure ergendosi a gran fatica in sulle ginocchia, trasse dal seno un fazzoletto, — quello di Rosa Maylie, — ed alzandolo con le mani giunte quanto più poteva verso il cielo, mormorò, secondo le infievolite forze gliel permettevano, una estrema preghiera al suo Creatore. Era una figura di spettro. L’omicida barcollando se ne andò verso il muro, e, chiudendosi con una mano gli occhi, presa una grossa mazza, la percosse, ed essa perdette la voce ed il respiro per sempre.

Posted in: Letteratura

La madre del partigiano

Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.

Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.

Gianni Rodari

Posted in: Letteratura, Passato, Tempo

La tempesta

Questi nostri attori erano soltanto degli spiriti, e si sono dissolti nell’aria, nell’aria sottile.

E simili in tutto alla fabbrica senza fondamento di questa visione, le torri incappucciate di nubi, gli splendidi palazzi, i sacri templi, lo stesso globo terrestre e tutto quello che vi si contiene, s’avvieranno al dissolvimento e, al modo di quello spettacolo senza corpo che avete visto ora dissolversi, non lasceranno dietro a sé nemmeno uno strascico di nube. Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, circondata dal sonno è la nostra breve vita.

cit. da La Tempesta di William Shakespeare in La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia

Back to Top