
Lasciata alle sue spalle Pupaggi Maja si incammina su di una graziosa stradina che attraversa il bosco; giunge all’incrocio con via de La Spina da dove, volgendo lo sguardo verso l’alto, scorge, su un colle di mille metri, lo splendido borgo di Cammoro. La piccola frazione di Sellano le appare come un pregiatissimo gioiello di mattoni incastonato nel verde declivio.
Allo stesso crocevia Maja incontra un giovane e affascinante cavaliere che si innamora perdutamente di lei in meno di un secondo e le confida di essere in missione segreta per conto del Feudatario del Ducato di Spoleto.
Deve portare informazioni vitali al Vassallo del Gastaldato di Norcia. Informazioni indispensabili alla sopravvivenza di tutta la popolazione.
Purtroppo, la loro amicizia dura solo pochi istanti perché l’avventuriero non può intrattenersi a fare conversazione, ma deve completare la sua missione.
Così mentre il cavaliere, insieme al suo destriero, si allontana tra la polvere, Maja, delusa per il troppo breve incontro, lo saluta con disprezzo.
Lei, di certo, non ha fretta di rimettersi in cammino e, approfittando della bella giornata, decide di sostare per qualche ora nel piccolo paese di Cammoro.
Lì trova riparo, ristoro e del buon vino.
Mangia una gustosa zuppa, poi, si distende su di un verde praticello. Mille e più farfalle le volano attorno. Lei ci gioca un poco e con loro inganna il tempo, prima di rimettersi in viaggio alla ricerca di Morana, della sua casa e del suo destino*.