C’era una volta, ma non tanto tempo fa, un cinghiale di nome Vale. Vale soffriva di vertigini e questo non era un problema di poco conto visto che viveva a Civita di Bagnoregio.
Conoscete Civita?
No! Non Civita Castellana, ma Civita di Bagnoregio!
Non ci siete mai state? Allora dovete andarci!
E’ una meravigliosa cittadina tra Orvieto e Viterbo, a pochi chilometri dal confine tra Lazio e Umbria.
Il cinghiale aveva appena vinto il concorso per lavorare all’ufficio postale fuori città. Era contentissimo, ma doveva risolvere un grosso problema. Per la prima volta in vita sua avrebbe dovuto attraversare il ponte sospeso.
Sì perché Civita Castellana, ops di Bagnoregio, è una città volante. Fondata sulle ceneri di un vulcano e sospesa nell’aria, Civita è collegata alla terra ferma soltanto da un ponte sospeso. Sotto il ponte, la vallata su cui sorgono i selvaggi calanchi e su cui scorrono due fiumiciattoli: i simpatici Chiaro e Torbido che trascorrono le loro giornate a litigare tra di loro.
Il motivo della contesa? Solite cose: Chiaro dice a Torbido che è sporco e che rovina il buon nome della zona, mentre Torbido accusa Chiaro di essere noioso e di non godersi degnamente la vita.
Per andare a lavorare Vale avrebbe dovuto attraversare proprio quel ponte che temeva più di ogni altra cosa. Era disperato. Non ce l’avrebbe potuta fare. Avrebbe dovuto rinunciare al tanto desiderato lavoro.
Iniziò a piangere e pianse così forte che il rumore delle sue lacrime si udì per tutto il paese; giunse perfino alle orecchie di Gioiosa, la volpe volenterosa, rinomatissima scienziata di Civita di Bagnoregio e cugina della più sfaticata volpe delle avventure di Pinocchio.
Mossa a compassione, Gioiosa si mise a lavoro e, lavora che ti lavora, non ti costruisce uno straordinario ascensore che va sia in orizzontale che in verticale? Sì, avete capito bene un ascensore che permetteva di attraversare il ponte senza sforzi e, soprattutto, senza vedere gli orridi strapiombi.
Grazie a quella strabiliante invenzione il cinghiale non perse il suo lavoro e da quel giorno fu per sempre postino e contento.











