Il Monte Soratte, solitaria e imponente massa calcarea di 691 metri, è il Monte di Roma.
Per Mastro Tonio, quando da bambino ritornava da una vacanza in Umbria, vedere in lontananza la sagoma dell’eremitico monte significava sentirsi a casa. Mamma Rita guidava la nuova e potentissima 600 e papà Antonio, ogni volta che passavano accanto al macigno della dorsale Tiberina, raccontava a tutti di un fatto accaduto durante la terribile guerra universale: mentre esplodevano le bombe in ogni dove l’efferato ufficiale Kappler nascose un preziosissimo tesoro in una delle innumerevoli cavità del Soratte. Era una leggenda? Mastro Tonio non lo ha mai capito.
Ma sembra che, ancor oggi, sia possibile incontrare qualche avventuriero destreggiarsi tra le incanalature del monte per riportare alla luce il famoso oro di Kappler. Nessuno è mai riuscito a scovarne il nascondiglio, nonostante alcune persone abbiano speso la loro intera esistenza a ricercare il tesoro.
A distanza di tanti anni, Mastro Tonio fa visita al paesino di Sant’Oreste e incontra uno di quei cercatori d’oro. E’ un tedesco e sembra che abbia ritrovato all’interno di un vecchio mobile una mappa con le indicazioni esatte del luogo dove Kappler nascose le sue ricchezze.
Si salutano e si abbracciano. Poi, Mastro Tonio osserva il tedesco partire per la sua spedizione e si chiede, mentre si siede su una panchina, se sia un sognatore o, semplicemente, un altro folle.

