
Maja è stanca. Sono oramai trascorsi numerosi mesi da quando ha iniziato a cercare la sua mappa.
Ha rovistato un’infinità di documenti, ma se confrontati con tutti quelli presenti nella sconfinata libreria di Colombo, sono soltanto poche briciole. Ha paura di aver tralasciato uno scaffale, un libro o anche una semplice pagina e di aver perso in questa mancanza la possibilità di andare incontro al suo destino. Una paura che si trasforma in terrore quando le si insinua il pensiero che i sovrumani sforzi che la aspettano siano già inutili e vani, ancor prima di essere intrapresi.
Si lascia cadere a terra svuotata e si consola sognando. Immagina il suo successo e lo visualizza in una sinuosa vallata le cui calde tonalità di verde sembrano dipinte dal pennello di un macchiaiolo*.




