Posted in: Alpi, I luoghi visitati da Maja, Laghi, montagne, Retiche, Trentino Alto Adige

I 5 laghi della Presanella Maja e Dafne incontreranno Mastro Tonio?

Ancora provate dalle recenti avventure Maja e Dafne continuano il loro viaggio alla ricerca di Morana e si dirigono verso l’impervio gruppo montuoso dell’Adamello-Presanella.
Ma perché scelgono di affrontare un percorso che si potrebbe definire, volendo usare un eufemismo, alquanto ostico?

La scorsa notte le fanciulle hanno avuto in sogno la stessa visione profetica.

Erano insieme, mano nella mano, e si trovavano all’interno di un impetuoso vortice d’aria; lì, una voce echeggiava forte: “Se scalerete le impervie montagne nei pressi del vecchio borgo di Pinzolo potrete vedere, anche se solo per pochi istanti, Mastro Tonio”.

Le due ragazze sanno con assoluta certezza che l’antro di Morana dista ancora molto, tuttavia quello strano messaggio ricevuto nel sonno le convince a compiere quella deviazione.

Il sentiero che dovrebbe portarle in cima alle vette è ripido, scosceso e pieno di insidie, ma, conosciamo bene le nostre amiche, non sarà di certo un piano inclinato a dissuaderle dai loro propositi!
Per fortuna è attivo un servizio di trasporto a supporto di un programma di promozione dell’ecoturismo locale: l’aquilavia.
Due aquile reali ghermiscono gli scalatori nel paese della Madonna di Campiglio e li lasciano a poche centinaia di metri dal Lago Ritorto a più di 2000 metri di altezza.
E così, grazie all’aquilavia, Maja e Dafne si risparmiano almeno un giorno di cammino, ma, una volta a terra, si accorgono di avere un problema: non sanno dove devono andare!
Di nuovo, però, la buona sorte, sotto forma di due capre e un fior di tarassaco, viene loro incontro.

“Andate a chiacchierare un po’ più in là brutte caprone vecchie e pettegole, altrimenti rischierete di soffiarmi via!”
“Che strana imprecazione! Sembra venire da dietro il tornante!” Dice Maja incuriosita a Dafne che le risponde.
“Su, forza andiamo a vedere!” 

Appena terminano la curva vedono, distanziate tra loro su di uno scosceso pendio, due caprone e un fiore di tarassaco che continuano a battibeccare.
Il gruppo si accorge delle due fanciulle.
Una delle due nobili discendenti dell’egagro dell’Asia Minore si rivolge alle ragazze con garbo: “Buongiorno signorina Maja e signorina Dafne, non fate caso a quel burbero fiore. Ci prendiamo cura di lui da quando è nato, ma nonostante tutto continua a temere che lo soffiamo via.
Ah, i tarassachi! Che esseri strani che sono!
Comunque vi aspettavamo. Sappiamo del vostro sogno e vi possiamo confermare che è tutto vero.
Cara Maja presto potrai vedere e parlare con il tuo amato babbo.
Tra queste cime ci sono 5 laghi magici e l’ultimo, il lago Gelato, è in realtà un varco dimensionale. Attraverso questo specchio d’acqua ogni 10 minuti è possibile vedere uno degli infiniti punti dell’universo anche se solo per pochi istanti.
Esattamente tra 3 ore 15 minuti 27 secondi e 4,5 decimi si aprirà nella grotta di Morana” conclude la capra.
“Ma, gentile caprone, dove si trova questo lago?” Le chiede Dafne.
“Vi dovrete arrampicare in cima a quelle vette lassù; seguire il sentiero delle mucche di montagna e al lago Nero prendere la deviazione per la Baita Serodoli.
Una volta là sarete praticamente arrivate”.
“Forza su sbrigatevi altrimenti non arriverete mai in tempo”.
Maja e Dafne ringraziano le capre per le indicazioni ricevute e si mettono subito in cammino.
Non appena si allontanano, il tarassaco riprende a brontolare e le caprone a spettegolare; parlano dei dispetti tra il filo d’erba e il sasso nero e deridono la vanità della stella alpina.
Ben presto le loro chiacchiere si trasformano in brusio; Maja e Dafne sono già in cammino, anzi si stanno arrampicando per la parte più ripida della montagna. E, proprio mentre il loro sforzo è al massimo, un’improvvisa nebbia si abbassa su di loro e le due amiche non riescono più a vedere niente al di là del loro naso.
Scorgono una specie di piccolo sentiero sotto i loro piedi, si prendono per mano e continuano la scalata.
A un certo punto il sentiero si biforca. “Deve essere la deviazione del lago Nero!” Esclama Dafne. Ma non riescono a vedere nulla.
Si affidano al loro istinto e prendono il percorso di sinistra.
Camminano, il tempo passa e loro non hanno idea se si trovano ancora sulla retta via.
Trascorse 3 ore hanno ormai perso ogni speranza di arrivare puntuali all’apertura del varco; poi, sentono il rumore di un campanaccio e…
…in quell’istante la nebbia si dirada, davanti a loro appare un’enorme mucca marrone e, poco distante, una casetta di legno.
È la baita Serodoli. Il lago Gelato si trova qualche centinaia di metri più avanti.
“Evviva ce l’abbiamo fatta!” Urlano insieme le due ragazze.
La mucca, sorridendo, consiglia loro di sbrigarsi: “Correte, il varco si aprirà tra poco!”
Maja e Dafne affrontano l’ultima salita senza indugi e nel momento in cui arrivano sulla riva del lago il varco si apre.
All’inizio vedono solo una figura confusa, poi l’immagine diventa più nitida e, seduto su una sedia con le mani legate, appare Mastro Tonio che si accorge subito della loro presenza.
“Ero certo che ce l’avreste fatta!
Mia cara Maja sono felice che sei di nuovo con la tua amica Dafne.
Sapete, Morana ha un libro dove ho letto tutta la vostra storia.
Adesso è fuori e quando va via mi tiene legato, ma non è sempre così.
Non abbiate pena per me. Presto ci rincontreremo e quel giorno avrà inizio una nuova vita!
Cercate di non perdervi più e continuate a camminare per gli universi. Un giorno riuscirete a scovare questo nascondiglio.
È vero, prima dovrete affrontare molti imprevisti, ma saranno tantissime le amiche e gli amici che incontrerete e che vi aiuteranno a superare ogni difficoltà! 
Ti voglio bene figlia mia e voglio bene anche a te Dafne anche se non ci siamo ancora conosciuti di persona.”
E con queste parole Mastro Tonio conclude il suo discorso.

Dagli occhi delle due fanciulle scendono due grossi lacrimoni.

Maja riesce appena a dire: “Anche io ti voglio bene, papà” prima che il varco si richiuda davanti a lei.

Maja sarebbe voluta restare a parlare con il padre per ore, ma è comunque felice! Sa che Mastro Tonio è vivo e sa che se non si fermerà nella sua ricerca, un giorno potrà finalmente liberarlo dalla perfida strega e nessuno li separerà più.

Abbraccia Dafne. La strige forte a sé. Poi, le due amiche riprendono il cammino.

Quale sarà la prossima tappa del loro incredibile viaggio?

Posted in: I luoghi visitati da Maja, Laghi

Il lago di Scutari

Dafne, in visita ai regni di Montenegro e Albania, giunge sulle sponde del lago di Scutari.

Un bellissimo specchio d’acqua al cui centro è segnato il confine tra le due terre balcaniche e dove animali di ogni forma e dimensione vivono da secoli indisturbati.
In quelle terre gli unici a essere schiavi sono gli asini; i poveri quadrupedi da secoli sono costretti a portare carichi insopportabili e a obbedire, per non essere battuti, ai disumani ordini degli esseri umani.
Dafne, lungo la via, incontra tre somari fuggiaschi. Uno si chiama A, uno Sì e uno No. Non hanno idea di quale sia la strada migliore da prendere per salvarsi e chiedono consiglio proprio alla bella fanciulla. Dafne si spreme le meningi e si ricorda de l’Asinara, l’isola incantata visitata o, forse, solo sognata insieme a Maja. Non ricorda bene il percorso, sa solo che se quella terra esiste è lontana e che, per raggiungerla, ci sono da attraversare almeno due mari. Non vuole, però, lasciare senza speranza i tre ciuchini e li incoraggia lo stesso a tentare. Li abbraccia, augura loro una buona sorte e ricomincia a passeggiare.
Incontra uccelli, pesci, mucche, insetti. A differenza degli asini vivono tutti in libertà. Alcuni parlano con Dafne e le rivelano che per nulla al mondo lascerebbero quel posto fatato in cui le loro famiglie vivono oramai da generazioni e generazioni.
Le raccontano di mille attrazioni e di un rustico molo, e di quanto sia bello da là ammirare il tramonto. Dafne curiosa lo vuole vedere. Segue le indicazioni di una tartaruga del luogo e lo scova, dopo aver aggirato una collina su cui sorge un antico, tetro e misterioso cimitero, disteso tra la sponda e le acque, al centro di una baia selvaggia fatta di pezzi di ghisa.
Dafne si siede a gambe incrociate sulla passerella di legno, prende dalla tasca destra del suo mantello il flauto e suona una dolce e armoniosa melodia. Intanto, il sole si è trasformato in una fiamma ardente che invece di sfumare nel cielo si scioglie sulle vette tortuose delle montagne.

Posted in: I luoghi visitati da Maja, Italia, Laghi, Lazio

Spiaggia di Trevignano

Un mondo un po’ piccino a dir la verità. Ogni giorno Sbarella faceva il giro del lago, passava per Anguillara, poi per Bracciano e alla fine faceva capolino sulla spiaggia di Trevignano. Era contenta perché le acque su cui sguazzava erano trasparenti e perché aveva un sacco di amici che galleggiavano insieme a lei. Ma quello spazio le stava un poco strettino. Doveva assolutamente conoscere quel che c’era oltre le colline! E così un giorno si fece coraggio e andò a parlare con il Figlio del Vento.
Doveva rivolgergli delle domande cui nessuna papera fin’ora era riuscita a dare una risposta. Il Figlio del Vento era un surfista e per le paperelle era come una divinità. Quando Sbarella gli si avvicinò egli, dapprincipio, non si accorse della sua presenza; lei era troppo piccina! Ma la nostra amica paperella sapeva come richiamare l’attenzione. Starnazzò! Il Figlio del Vento sobbalzò (tanto che il suo grande e strano braccio metallico si stava per staccare dal resto del corpo, ma fortunatamente con un’abile mossa il surfista lo recuperò) e la notò. La paperella respirò e poi gli disse:
“Signore, il nostro mondo è bellissimo, ma mi pare un poco piccino, mi sa dire, per caso, se al di fuori di questo oceano esistono altre terre? Il surfista scoppiò a ridere di grosso e, poi, disse: povera piccola paperella, forse non sai che tutto intorno c’è un mondo, ma che dico un mondo, un universo infinito da scoprire! La paperella fu sorpresa, ringraziò il signore e se ne tornò sulla sua bella spiaggetta. Per un paio di giorni si fermò a pensare e solo all’alba del terzo si decise a partire. Scoprirò il mondo e vedremo se troverò terre più splendide di questa! Esclamò.
Fu così che salutò le sue amiche; tutte avevano grandi lacrime sul becco e, nonostante l’immenso dolore, la nostra eroina partì per il suo fantastico viaggio. Trascorsero giorni, poi mesi e poi anni e nessuno seppe più niente dell’intrepida paperella. Ma un bel dì qualcuno intravide arrivare un’anziana e distinta papera con figli e nipotini. Era una famigliola bellissima. Qualche centenario riconobbe la vecchia amica, gli andò incontro e la salutò. Poi le chiese:
“Insomma, cara Sbarella, com’era questo mondo?” La papera rispose senza esitazione:
“Direi, senza dubbio, splendido e degno di essere visto, ma per quanto cercassi, mai ho trovato la bellezza di questa piccola grande spiaggia di Trevignano e così ho deciso di tornare e trascorrere i miei ultimi anni di vita in questo paradiso.”

Back to Top