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Paesaggio orientale..

Grazie a un’inaspettata magia, il cui autore risulta ignoto ai narratori di questa storia, Maja e Dafne si salvano da una situazione disperata; davanti a loro compare uno di quei portali quadridimensionali che permettono di viaggiare nello spazio.

Le due ragazze, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, lo attraversano e si ritrovano al sicuro sopra un grande ponte dal cui sfondo scorgono i 🏙 della città nuova.

Maja e Dafne si sono salvate per un pelo, sfuggendo al terribile bombardamento che poche ore prima le aveva sorprese nelle terre d’oriente. Altre persone, purtroppo, non hanno avuto la loro stessa fortuna.

Intanto, dalla radio di un’autovettura in sosta viene trasmesso un comunicato del canale intergalattico: le autorità imperiali hanno sferzato il chirurgico attacco contro le forze del male che con il loro atteggiamento insolente rappresentavano una tanto ipotetica quanto irreale minaccia. Il dipendente dell’emittente rassicura i suoi ascolatori: “Non ci sono vittime civili!” e continua: “È già pronto un generoso piano di ripartenza: sarà attuato non appena i diabolici nemici della pace firmeranno giusti ed equi accordi unilaterali nel rispetto delle regole dei nostri amati governanti”.

Da tempo Maja e Dafne hanno smesso di credere a quelle propagandistiche notizie. Sanno bene che cessare il fuoco è l’unica soluzione efficace per interrompere questi terribili massacri.

Ma l’ondata di violenza appare inarrestabile così come l’oscurità che dilaga in ogni dove. Nonostante ciò le due amiche credono ancora che sia possibile realizzare il loro sogno: sconfiggere Morana e riportare la pace tra i popoli; una pace che al momento sembra una irraggiungibile chimera.

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Acadia National Park (Una pietra riuscirà a salvare il mondo?)

Acadia National Park

MajaDafne durante il loro viaggio verso il Canada attraversano il rigoglioso stato del Maine.

La strada, dopo aver squarciato infinite distese boschive, le conduce alle soglie dell’isola del Monte Deserto.
Per iniziare a visitarla basterebbe oltrepassare una striscia molto stretta di terra, lunga qualche centinaio di metri.
Le ragazze sono un po’ stanche, hanno camminato per giorni e l’idea di fare una escursione rilassante le alletta molto; così, senza troppi indugi, decidono di prendersi una pausa e di esplorare quel luogo, anche perché hanno notato un invitante cartello con una foto di una spiaggia e la scritta: “Maja e Dafne siete le benvenute nel mirabolante Parco di Acadia, un posto assolutamente da esplorare!”  
Nel leggere quel messaggio le due si scambiano uno sguardo di intesa, ringraziano il cartello per l’accoglienza e vanno alla scoperta di quell’area incontaminata. Per attraversare il ponte devono prendere un pullman in sosta poco distante da loro.
Il mezzo Explorer sta per partire e l’autista, scorgendo Maja e Dafne dallo specchietto retrovisore, grida loro a gran voce di salire.
L’emozione delle due giovani amiche nel riconoscere in quel accorato invito la voce di Colombo è infinita. Il piccione racconta alle sue care ragazze, dopo averle fatte salire sul pullman, di essersi preso una breve pausa dalla biblioteca delle mappe geografiche e di aver accettato, per corrispondenza elettronica, il lavoro stagionale di autista esploratore del Parco.
E’ il suo primo giorno di servizio e non ha la minima idea di cosa vedranno.
Finalmente, dopo tante fatiche Maja e Dafne vivono un istante di spensieratezza; rincuorate dalla voce amica di Colombo ed emozionate dall’avventura in procinto di iniziare, prendono posto una accanto all’altra e aspettano la partenza del mezzo.
Non attendono molto; con un improvviso sobbalzo il pullman prima si avvia e poi si dirige verso l’isola.
Gli altri passeggeri sono dieci: una numerosa famiglia di aragoste e uno scrittore con qualche disturbo mentale. 
Colombo inventa divertenti storie sul paesaggio; paesaggio che sin dalle prime curve si rivela ancor più spettacolare rispetto a quanto suggerito dal cartello stradale.
La famiglia di aragoste scatta foto a ripetizione mentre il folle scrittore cerca di avvistare, servendosi di un grosso cannocchiale, una pietra preziosa da mangiare; tutto appare normale!
Ma, al sedicesimo tornante un grosso masso si stacca dal costone della montagna e colpisce il pullman spingendolo fuori strada.
Ed è solo per merito della bravura di Colombo, per la prima volta alla guida di un mezzo meccanico, se tutti restano incolumi evitando di precipitare in un vicino burrone.
Il piccione e lo scrittore attendono il servizio di soccorso, le aragoste continuano la passeggiata a piedi proseguendo a scattare fotografie, mentre Maja e Dafne si ritrovano a gambe all’aria!
E quella che sembrava una piccola rilassante vacanza comincia a rivelarsi un qualcosa di totalmente inaspettato.
Proveniente dalla vicina spiaggia si avvicina a loro il vecchio Bar Harbor, un leone marino locale, che allunga le sue pinne per aiutarle a rialzarsi da terra. L’otaria riconoscendo in Maja e Dafne le eroine degli universi approfitta della situazione per chiedere loro un favore.
“Care Maja e Dafne, l’isola si sta sgretolando e alla sua distruzione seguirà quella del Maine, degli Usa e infine di tutti gli Universi. Il procedimento di acceleramento verso la fine del mondo è stato provocato dall’ennesima violenza degli esseri umani. Un uomo armato di origini europee ha barbaramente ucciso, soffocandolo per otto minuti e quarantasei secondi, un uomo di origini africane disarmato e impotente.
La violenza di questa azione ha spezzato gli equilibri magici delle pietre incantate dalla strega Morana.
Da quel momento si è attivato un conto alla rovescia che porterà alla distruzione totale.

Solo se riuscirete a trovare la pietra impressa dalla terribile strega del nord che giace sul fondale del lago Jordan e a portarla sulla cima del Monte Deserto, potremmo avere una possibilità di salvezza. Dovete cercare la pietra più scintillante di tutte.
Sembra proprio che anche oggi Maja e Dafne debbano rinunciare alla loro vacanza; ancora una volta il loro destino gli è venuto di nuovo incontro e ha messo davanti a loro una sfida davvero ardua. Le due, però, non si perdono d’animo e affrontano questa nuova prova con coraggio e determinazione.
Dopo alcune ore di cammino giungono sulla riva del lago Jordan. Lo specchio d’acqua e il paesaggio che lo avvolge sembrano dipinti da un pittore; le rocce hanno mille sfumature di colori e le acque riflettono le infinite tonalità di verde dei boschi vicini. Restano alcuni secondi immobilizzate a contemplare quel meraviglioso panorama, poi si immergono nell’acqua e incominciano la ricerca. Sul fondale numerosi sassi sono illuminati dai riflessi del sole. Ma solo una piccola gemma sembra brillare di una luce propria.
Dopo averla individuata le ragazze escono dall’acqua fanno un enorme respiro e si immergono di nuovo determinate a recuperare quell’oggetto prezioso. Estraggono la pietra con non poche difficoltà, ma unendo le forze riescono nell’impresa e con l’ultimo filo di aria riemergono in superficie. A questo punto non rimane loro che salire sulla cima del Monte Deserto e sfidare la profezia. Noi, però, qui interrompiamo il racconto non sappiamo se riusciranno a salvare quell’universo oppure no, lasciamo a voi lettrici e a voi lettori immaginare il finale di questo racconto.

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New York

È un rovente pomeriggio d’agosto di una torrida estate che ha già visto bruciare ettari ed ettari di bosco in tutto il Pianeta quando Maja, in cerca di un po’ di refrigerio, decide di fare un bagno al mare.

La giovane fanciulla intorpidita dalla piacevole frescura delle acque si addormenta mentre fa la morta a galla; si risveglia soltanto dopo tre giorni e, quando apre gli occhi, si accorge di essere finita nell’oceano! “Oh, mamma mia! Come farò adesso a tornare indietro?” Si chiede impaurita. Aguzza la vista per vedere se nei paraggi c’è qualcuno che possa aiutarla, ma attorno a lei non sembra esserci anima viva. 
Inoltre, deve trovarsi parecchio a nord perché sente veramente freddo! Sa che non le rimane molto tempo, da un momento all’altro potrebbe cadere in un profondo stato di ipotermia. Si agita, si muove per provare a scaldarsi, ma alla fine, stremata, smette di lottare e si rassegna a quello che sembra essere il suo ineluttabile, tragico e imminente destino. Per fortuna, proprio nel momento in cui si sta per lasciare andare, all’orizzonte appare un puntino. Si muove, sospinto dal vento, a gran velocità; sta venendo nella sua direzione! Dopo pochi istanti ciò che l’immaginazione di Maja aveva già disegnato diventa realtà. Il puntino prende la forma di una piccola imbarcazione. Il natante ha una grande scritta sulla vela: “Malizia”.
L’equipaggio è composto da due giovani uomini e da una ragazzina dallo sguardo vivo.
Quando avvistano Maja, nel pieno rispetto della legge del mare, non esitano un solo istante a salvarla. La recuperano, la fanno salire a bordo e la ristorano. Una coperta, dell’acqua e un pasto caldo e anche questa volta il pericolo è scampato. 
Maja conosce così Greta, Pierre e Boris; sono delle persone fantastiche! Parlando con loro viene a sapere che non sono in vacanza, ma stanno affrontando un’importante missione da cui dipenderanno le sorti del mondo. Devono avvisare gli Americani che il Pianeta sta morendo e se non inizieranno subito a occuparsi dell’ambiente non ci sarà salvezza per nessuno.
Maja, ammirata per lo spirito di iniziativa e per il coraggio di quelle persone, decide di entrare a far parte della ciurma e di collaborare con loro alla realizzazione del piano.
Dopo due settimane di navigazione giungono a New York, la città dei grattacieli. Un luogo incantato e bellissimo, pieno di colori, di persone e di cose strane e bizzarre. Ci sono tombini che fumano, scoiattoli che sembrano topi e topi che sembrano scoiattoli, esseri umani che corrono ovunque, camion giganti che raccolgono milioni e milioni di buste dell’immondizia, taxi gialli, insegne luminose, artisti di tutti i tipi e inquietanti profeti. E’ un mondo diverso da quello conosciuto da Maja.
Un mondo affascinante e seducente.
Un mondo in cui Maja affronterà nuove mirabolanti avventure.

– Central Park – Statua della Libertà –

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Liberty Island – New York

“Ricordi, Dafne?”.
“Cosa, Maja?”
“Ricordi quando tutto era in movimento e nulla era immobile? Fu allora che quel battello ci portò da lei, dalla signora Libertà!”
“Sì, me la ricordo bene.” rispose Dafne: “Ci spiegò il significato delle parole giustizia, indipendenza e, appunto, libertà.

Ci tenne a farci sapere, mentre entusiaste credevamo di osservare i grattaceli di New York, che in realtà stavamo guardando un’altra città e un altro Stato: il loro nome era New Jersey.
Ci parlò di tutte le persone che aveva visto nella sua vita ultracentenaria. Gente che aveva attraversato l’oceano, a volte in imbarcazioni precarie, spesso in condizioni di salute precarie.
Alcune di quelle donne e alcuni di quegli uomini non erano riusciti neanche a toccare terra.
Ci raccontò di come la loro disperazione li avesse spinti a tentare il tutto per tutto e di come il loro coraggio non gli avesse mai fatto mancare la forza per rendere maestosa una delle metropoli più vitali del Pianeta.
Per loro nutriva un misto di ammirazione e di terrore; sapeva, infatti, che quelle stesse persone che l’avevano sempre salutata con entusiasmo e riconoscenza erano i discendenti degli esploratori e dei conquistatori che avevano sterminato i popoli nativi di quella terra a lei tanto cara, nel nome di quella stessa parola con cui l’avevano battezzata: libertà”.
“Concluse avvisandoci profeticamente che prima poi saremmo stati costretti a fermarci a causa di una terribile minaccia. E ci spiegò che solo attraverso una profonda riflessione sul significato delle parole giustizia e libertà e solo attraverso la piena comprensione dei loro universali valori saremmo finalmente riusciti a vivere in… come era quella parola difficile… ah, ecco, adesso ricordo… saremmo finalmente riusciti a vivere in empatia con il resto del pianeta. Quel giorno avremmo  ricominciato a camminare, in maniera diversa rispetto al passato; il nostro sarebbe stato un movimento nuovo e sarebbe servito a rendere più facile il movimento di tutta la terra.

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Central Park – New York

“Che caldo che fa! E che stanchezza!” Pensa Maja. 

Decide così di fermarsi a riposare sotto un Ginkgo Biloba dal giallo fogliame. Chiude gli occhi e dorme beata per una mezz’ora. E, probabilmente, si sarebbe riposata per molto più tempo se non fosse stata svegliata di soprassalto da un buffo scoiattolo grigio. L’animale nel passarle accanto velocemente le urla: “È tardi Maja! Corri! Non c’è tempo né per dormire, né per le spiegazioni” E tira dritto. Maja ancora assonnata si alza in piedi con difficoltà e, incuriosita da quello stravagante animale parlante, appena riesce a trovare un equilibrio, comincia a seguirlo. Riesce a stargli dietro per un po’, ma quando lo squirrel (così chiamano da quelle parti il piccolo roditore) entra all’interno di un tetro tunnel, la fanciulla lo perde di vista.
Maja decide comunque di addentrarsi nella buia galleria: avanza piano piano, mette i piedi in una grossa pozzanghera e… cade dentro un orrido buio. All’inizio precipita velocemente, ma, per fortuna, dopo qualche istante la sua corsa rallenta e lei  come per magia riesce a planare verso il fondo. Impiega circa un’ora prima di atterrare su un grandissimo prato. Il prato, in realtà, è un campo da baseball dove è in corso una combattutissima partita. A Maja, che si ritrova proprio sul posto del battitore, viene data una mazza da un giocatore, mentre dall’altra parte un lanciatore è pronto a tirarle la palla! 
Parte velocissima la piccola sfera  e nello stesso istante in cui Maja sta per colpirla riappare lo scoiattolo che riprende Maja: “Su, gioanotta ti pare forse questo il momento di giocare! Il tempo stringe, seguimi, senza indugiare”. Maja, nonostante il disturbo, colpisce la palla e la lancia sul tetto di un grattacielo che confina con il campo, poi posa la mazza e si muove in direzione dello squirrel, già trasformatosi in un piccolo punto vicino all’orizzonte.
Durante il suo inseguimento Maja si perde in un bosco. Incontra un giovane e un vecchio che la sfidano a scacchi. “Se vinci, ti indichiamo la strada!”.
La nostra amica di mille avventure non ha scelta, ma ha solo un problema nell’affrontare quella sfida che potrebbe darle una via d’uscita a una situazione che sembra farsi sempre più complicata: non sa giocare a scacchi!
Si siede, sta per fare la prima mossa. Afferra il re, ma quello, mentre sta per spostarlo, le urla: “Non puoi muovermi! Non posso mica saltare le caselle, io! Ti sembro forse un cavallo?” Maja imbarazzata si scusa con il sovrano di legno e si paralizza per paura. In suo aiuto interviene la torre che vedendola in difficoltà le dice: “Ti aiuterò io, ma tu non farmi catturare. Gioco queste partite da quarant’anni e conosco ogni singola strategia! Segui i miei consigli e vinceremo. Comincia con il secondo pedone a partire dalla tua destra e muovilo di due caselle avanti, poi…”

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