Posted in: America, I luoghi visitati da Maja, Maine, Stato di New York, Usa

Paesaggio orientale..

Grazie a un’inaspettata magia, il cui autore risulta ignoto ai narratori di questa storia, Maja e Dafne si salvano da una situazione disperata; davanti a loro compare uno di quei portali quadridimensionali che permettono di viaggiare nello spazio.

Le due ragazze, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, lo attraversano e si ritrovano al sicuro sopra un grande ponte dal cui sfondo scorgono i 🏙 della città nuova.

Maja e Dafne si sono salvate per un pelo, sfuggendo al terribile bombardamento che poche ore prima le aveva sorprese nelle terre d’oriente. Altre persone, purtroppo, non hanno avuto la loro stessa fortuna.

Intanto, dalla radio di un’autovettura in sosta viene trasmesso un comunicato del canale intergalattico: le autorità imperiali hanno sferzato il chirurgico attacco contro le forze del male che con il loro atteggiamento insolente rappresentavano una tanto ipotetica quanto irreale minaccia. Il dipendente dell’emittente rassicura i suoi ascolatori: “Non ci sono vittime civili!” e continua: “È già pronto un generoso piano di ripartenza: sarà attuato non appena i diabolici nemici della pace firmeranno giusti ed equi accordi unilaterali nel rispetto delle regole dei nostri amati governanti”.

Da tempo Maja e Dafne hanno smesso di credere a quelle propagandistiche notizie. Sanno bene che cessare il fuoco è l’unica soluzione efficace per interrompere questi terribili massacri.

Ma l’ondata di violenza appare inarrestabile così come l’oscurità che dilaga in ogni dove. Nonostante ciò le due amiche credono ancora che sia possibile realizzare il loro sogno: sconfiggere Morana e riportare la pace tra i popoli; una pace che al momento sembra una irraggiungibile chimera.

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New York

È un rovente pomeriggio d’agosto di una torrida estate che ha già visto bruciare ettari ed ettari di bosco in tutto il Pianeta quando Maja, in cerca di un po’ di refrigerio, decide di fare un bagno al mare.

La giovane fanciulla intorpidita dalla piacevole frescura delle acque si addormenta mentre fa la morta a galla; si risveglia soltanto dopo tre giorni e, quando apre gli occhi, si accorge di essere finita nell’oceano! “Oh, mamma mia! Come farò adesso a tornare indietro?” Si chiede impaurita. Aguzza la vista per vedere se nei paraggi c’è qualcuno che possa aiutarla, ma attorno a lei non sembra esserci anima viva. 
Inoltre, deve trovarsi parecchio a nord perché sente veramente freddo! Sa che non le rimane molto tempo, da un momento all’altro potrebbe cadere in un profondo stato di ipotermia. Si agita, si muove per provare a scaldarsi, ma alla fine, stremata, smette di lottare e si rassegna a quello che sembra essere il suo ineluttabile, tragico e imminente destino. Per fortuna, proprio nel momento in cui si sta per lasciare andare, all’orizzonte appare un puntino. Si muove, sospinto dal vento, a gran velocità; sta venendo nella sua direzione! Dopo pochi istanti ciò che l’immaginazione di Maja aveva già disegnato diventa realtà. Il puntino prende la forma di una piccola imbarcazione. Il natante ha una grande scritta sulla vela: “Malizia”.
L’equipaggio è composto da due giovani uomini e da una ragazzina dallo sguardo vivo.
Quando avvistano Maja, nel pieno rispetto della legge del mare, non esitano un solo istante a salvarla. La recuperano, la fanno salire a bordo e la ristorano. Una coperta, dell’acqua e un pasto caldo e anche questa volta il pericolo è scampato. 
Maja conosce così Greta, Pierre e Boris; sono delle persone fantastiche! Parlando con loro viene a sapere che non sono in vacanza, ma stanno affrontando un’importante missione da cui dipenderanno le sorti del mondo. Devono avvisare gli Americani che il Pianeta sta morendo e se non inizieranno subito a occuparsi dell’ambiente non ci sarà salvezza per nessuno.
Maja, ammirata per lo spirito di iniziativa e per il coraggio di quelle persone, decide di entrare a far parte della ciurma e di collaborare con loro alla realizzazione del piano.
Dopo due settimane di navigazione giungono a New York, la città dei grattacieli. Un luogo incantato e bellissimo, pieno di colori, di persone e di cose strane e bizzarre. Ci sono tombini che fumano, scoiattoli che sembrano topi e topi che sembrano scoiattoli, esseri umani che corrono ovunque, camion giganti che raccolgono milioni e milioni di buste dell’immondizia, taxi gialli, insegne luminose, artisti di tutti i tipi e inquietanti profeti. E’ un mondo diverso da quello conosciuto da Maja.
Un mondo affascinante e seducente.
Un mondo in cui Maja affronterà nuove mirabolanti avventure.

– Central Park – Statua della Libertà –

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Central Park – New York

“Che caldo che fa! E che stanchezza!” Pensa Maja. 

Decide così di fermarsi a riposare sotto un Ginkgo Biloba dal giallo fogliame. Chiude gli occhi e dorme beata per una mezz’ora. E, probabilmente, si sarebbe riposata per molto più tempo se non fosse stata svegliata di soprassalto da un buffo scoiattolo grigio. L’animale nel passarle accanto velocemente le urla: “È tardi Maja! Corri! Non c’è tempo né per dormire, né per le spiegazioni” E tira dritto. Maja ancora assonnata si alza in piedi con difficoltà e, incuriosita da quello stravagante animale parlante, appena riesce a trovare un equilibrio, comincia a seguirlo. Riesce a stargli dietro per un po’, ma quando lo squirrel (così chiamano da quelle parti il piccolo roditore) entra all’interno di un tetro tunnel, la fanciulla lo perde di vista.
Maja decide comunque di addentrarsi nella buia galleria: avanza piano piano, mette i piedi in una grossa pozzanghera e… cade dentro un orrido buio. All’inizio precipita velocemente, ma, per fortuna, dopo qualche istante la sua corsa rallenta e lei  come per magia riesce a planare verso il fondo. Impiega circa un’ora prima di atterrare su un grandissimo prato. Il prato, in realtà, è un campo da baseball dove è in corso una combattutissima partita. A Maja, che si ritrova proprio sul posto del battitore, viene data una mazza da un giocatore, mentre dall’altra parte un lanciatore è pronto a tirarle la palla! 
Parte velocissima la piccola sfera  e nello stesso istante in cui Maja sta per colpirla riappare lo scoiattolo che riprende Maja: “Su, gioanotta ti pare forse questo il momento di giocare! Il tempo stringe, seguimi, senza indugiare”. Maja, nonostante il disturbo, colpisce la palla e la lancia sul tetto di un grattacielo che confina con il campo, poi posa la mazza e si muove in direzione dello squirrel, già trasformatosi in un piccolo punto vicino all’orizzonte.
Durante il suo inseguimento Maja si perde in un bosco. Incontra un giovane e un vecchio che la sfidano a scacchi. “Se vinci, ti indichiamo la strada!”.
La nostra amica di mille avventure non ha scelta, ma ha solo un problema nell’affrontare quella sfida che potrebbe darle una via d’uscita a una situazione che sembra farsi sempre più complicata: non sa giocare a scacchi!
Si siede, sta per fare la prima mossa. Afferra il re, ma quello, mentre sta per spostarlo, le urla: “Non puoi muovermi! Non posso mica saltare le caselle, io! Ti sembro forse un cavallo?” Maja imbarazzata si scusa con il sovrano di legno e si paralizza per paura. In suo aiuto interviene la torre che vedendola in difficoltà le dice: “Ti aiuterò io, ma tu non farmi catturare. Gioco queste partite da quarant’anni e conosco ogni singola strategia! Segui i miei consigli e vinceremo. Comincia con il secondo pedone a partire dalla tua destra e muovilo di due caselle avanti, poi…”

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